La familiarizzazione è una parte fondamentale e io direi obbligatoria in tutti i corsi di simulazione.
Consiste nel fare un elenco delle caratteristiche tecniche dei simulatori, quindi le cose che può e soprattutto delle cose che non può fare il simulatore.
La familiarizzazione non è limitata ai soli simulatori, ma comprende anche i dispositivi che si utilizzeranno durante gli scenari: simulatori di lifepack, monitor parametrici, ventilatori, zaino etc.

Come introdurre il simulatore e le attrezzature del centro ai partecipanti dei corsi, soprattutto a chi non a mai visto o frequentato un centro di simulazione?
Prima di tutto non chiamateli “manichini” ma simulatori oppure simulatori di paziente.
Chiamarlo manichino è molto riduttivo per un dispositivo così complesso, anzi se potete dategli un nome.

 

Per presentare le caratteristiche dei simulatori, potete procedere con una sequenza A B C, in modo che siano familiari e facilmente memorizzabili per medici e infermieri.

Assicuratevi che tutti i partecipanti “mettano le mani” sul simulatore e sui dispositivi, che Guardino, Ascoltino e Sentano le caratteristiche e i feedback che fornisce il simulatore.

Questa è la parte fondamentale della familiarizzazione.
Il partecipante deve sapere di poter intubare, incanulare, auscultare, percepire i polsi affinché si renda conto realmente delle potenzialità del simulatore.

Questa fase, non essendo una lezione teorica ma pratica con la classe al completo, potrebbe essere caotica e dispersiva: assicuratevi quindi che tutti ascoltino e abbiano capito chiedendo feedback e rispondendo alle loro domande.

Durante i corsi si è sempre di fretta, non considerate però la familiarizzazione come una perdita di tempo.

Prendetevi tutto il tempo necessario, interagite con i partecipanti, date il tempo a tutti di provare il simulatore e i dispositivi.

Più sarete chiari e dettagliati nella spiegazione più riuscirete a realizzare uno scenario realistico e senza problemi.

Ma soprattutto nessuno durate i debriefing potrà dire “ma in non avevo capito che il simulatore funzionava cosi”.

Autore: Paolo Ledda, tecnico di SIMANNU